Sottotitolo: Perché le nostre vite sono determinate dalle liste di cose da fare
Il problema di avere (molte o alcune) cose da fare consiste, principalmente, nel ricordarsi di farle. Strumenti e sistemi di aiuto alla memoria si sono via via diffusi nel corso degli anni, sviluppandosi ed evolvendosi per rispondere alle esigenze di persone diversamente (dis)organizzate.
Ultimamente è abitudine comune inserire le cose da fare in una lista, chiamata appunto “To do List” e disponibile in formato cartaceo o digitale, a seconda delle preferenze di chi sceglie di usarla.
Ho come l’impressione che inserire le cose da fare in una lista non aiuti semplicemente a ricordarle, ma sia una specie di monito e di invito costante a metterle in pratica. Non a caso, in queste liste, ci sono impegni di lavoro, scadenze da rispettare, bollette da pagare: tutte quelle attività, insomma, intese come “dovere” e quindi opposte al “piacere”.
Per riuscire a dedicarsi alle proprie passioni, allora, basta creare una “To do List” alternativa, che contenga hobby, desideri, numeri e nomi di persone con cui si vorrebbe condividere del tempo.
Probabilmente, davanti al potere supremo di questo tipo di “To do List” eviteremmo di fare ciò che solitamente facciamo: rimandare il piacere, arrendersi alla convizione che non ci sia mai tempo.
E’ vero: non c’è mai tempo, ma vale la pena tentare.
Nomicosecittà tenta con una “To do List” alternativa. Eccola: