«Ah povera me, ah perduta me! Morirò d’amor…».
Come ogni mattina, Elsa salutava il nuovo giorno con i suoi lamenti d’amore.
Oh come piangeva e sospirava quella grande quercia dal cuore tenero!
Il suo amore a intermittenza durava come dura il buio. L’estate, il tempo della notte; l’inverno, qualche ora in più.
Il suo innamorato era vecchio quanto lei. Alto un po’ meno di lei, ma elegante, robusto e dallo stile inconfondibile.
Si erano conosciuti e innamorati in una notte gelida, quando la città fu cosparsa da un’abbondante e inattesa nevicata.
I due iniziarono a raccontarsi della loro vita, offrendosi pensieri e ricordi di bambini. Chiacchierarono, risero e flirtarono fino a quando lui si spense, all’improvviso. Divenne buio e muto, e non rispose più per qualche ora.
Poi si riaccese e fu di nuovo amore.
All’inizio la povera Elsa si disperava, e piangeva e non capiva.
Poi comprese. E da allora, ogni notte ama e ogni mattina piange:
«Oh povera me! Perché mi sono innamorata di un lampione?».