
Allora, andò a cercare quelle parole semplici e umane che non aveva mai pronunciato.
E disse:
«Perché sei come la Puglia. Così, semplicemente.
Tu sei Puglia. Profumi, esprimi, seduci, parli, ascolti, innamori, appartieni.
Quando sorridi tu, è come il morso della taranta. Un pizzico lieve che si trasforma in danza.
E ballo, balli. Come balliamo al suono degli strumenti, sotto l’albero dei fichi.
Il tuo odore è insieme acqua marina e marmellata di ciliegie. Un pezzo di Ionio si stende sulla tua pelle, per ornarla e profumarla. L’oro rosso esplode sulle tue gote e illumina ciò che ti circonda. Lo abbaglia, ma non lo ferisce.
Sei come la Puglia. Così vitale, così vigorosa.
I tuoi capelli sono come grano di campagna. Selvaggi, misteriosi.
Sono come il vento di maestrale che entra nel naso, nel cuore. Accende la vita.
Anche tu sei vita. E insieme passione e desiderio. E dispersione.
Disperdi, distrai, ma poi mantieni e trattieni.
Sei come la Puglia, così solitaria e romantica.
A volte abbandoni, sei pietra dura.
Sei come questa terra bella e curiosa, a volte arida, altre volte feconda.
La tua postura particolare ricorda l’aria frizzantina di dicembre, con le luci, le luminarie, l’odore di vincotto e di cartellate. E i musicisti per le strade e tu che guardi.
Sei come la Puglia, così accogliente e fraterna.
Sai guardare all’Oriente, con quella tua curiosità mistica e sacra.
Perfino la devozione è un tuo talento. Per le parole, per le cose. Le curi, le accudisci. Le scegli tra i ricordi d’infanzia, sulle chianche candide e bianche del borgo antico. Lì nella strada dove si erge il campanile e dita solide e rugose creano arte dalla farina.
Sei come la Puglia, così poetica e devastante.
Nel tuo corpo piccolo la meraviglia è una epifania sterminata e palpitante. Da percorrere con eccitazione e desiderio, sulla costa e poi in campagna. Nella Valle d’Itria e di bellezza, tra i muretti a secco e i sentieri. Nei centri storici agghindati di fiori, di speranza e di folklore. Dal nord al Sud. Lì dove la danza si fa tribale, nell’eco di civiltà lontane.
Sei come la Puglia, così bella e sensuale.
I tuoi fianchi sono culla dolce per i miei pensieri. Le tue forme perfettibili e perfette, rotonde e calde, ricordano ceramiche preziose.
Sei arte pura, da toccare e da vedere.
Sei silenziosa e poi urli, allora rifuggi e fai fuggire. Ma hai nel tuo petto la forza santa ed erotica del nostos. Inviti a ritornare.
Sei come la Puglia, così invitante e sofisticata.
Il suono della tua risata è fresco e croccante. Adoro come mordi la vita, e le friselle con il pomodoro e l’olio d’oliva. Sei genuina, risvegli sapori antichi e così moderni. Sei buona, sana. Sei golosa, lo sono anche io. Di te, delle tue labbra che sanno di vino rosso, di come ti sporchi le mani e la bocca. Della tua fame di vita.
Sei come la Puglia. Semplicemente.
Così straordinariamente unica. Così meravigliosamente mia».
Angela M. Lomoro
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